Il conforto della sovranità di Dio

scoraggiamento
by Daniele Rebecchi
03.03.2022

Spesso, quando il mondo esterno comincia ad incrinarsi, scricchiolare e sgretolarsi, lo stesso accade al nostro mondo interno. Ecco che cominciamo a dubitare di Dio della Sua bontà di Dio e soprattutto della Sua sovranità. Ansia, paura e rabbia possono indebolire la nostra fiducia in Lui e nel suo piano. Domande inquietanti cominciano a tormentarci: “Dio ha ancora il controllo?” Oppure “Se Dio è veramente sovrano cosa sta facendo?, È davvero così buono come dice di essere?”. Occorre recuperare una prospettiva per rispondere e rafforzarci riguardo a queste domande.

 

L’impressionante grandezza di Dio

Il profeta Isaia mette in luce la sovranità di Dio nel capitolo 40 del suo libro. In una cornice di un imminente disastro nazionale e catastrofica deportazione lo vediamo preparare il cuore del popolo di Dio moltiplicando immagini confortanti sulla sovranità di Dio. Il suo intento è di rafforzare il mondo interiore del popolo di Dio mostrando la pervasività del Suo potere sovrano sul mondo esterno.

La mano di Dio: “Chi ha misurato le acque nel cavo della sua mano o preso le dimensioni del cielo con il palmo?” si chiede nel verso 12a. È una di una serie di domande retoriche che si aspettano una sola risposta: “Il nostro Dio sovrano”. Si stima che ci siano 535.137.457,536 km cubi di acqua sul pianeta, eppure il nostro Dio sovrano li tiene tutti nel palmo della sua mano. Egli può misurare i cieli con la Sua mano. La stella più vicina è a quattro anni luce di distanza. In altre parole, ci vorrebbero quattro anni per arrivarci viaggiando a 300.000 km/h. Ma Dio può misurare la stella più lontana solamente allargando il suo pollice e mignolo.

Il recipiente di Dio: “Chi ha raccolto la polvere della terra in una misura o pesato le montagne con la stadera e i colli con la bilancia?” si chiede ancora Isaia al v. 12. Puoi misurare quanta sabbia c’è su una spiaggia? Certo che no. Non potremmo trovare un contenitore abbastanza grande o abbastanza forte? Eppure la cucina di Dio ha un misurino che può contenere la sabbia di ogni spiaggia e di ogni deserto del mondo. La sua bilancia può sollevare le Alpi, l’Himalaya, le Ande e le Montagne Rocciose senza paura che si guasti.

Il maestro di Dio: “Chi ha preso le dimensioni dello Spirito del SIGNORE o chi gli è stato consigliere per insegnargli qualcosa?” si domanda l’autore al v. 13. Dio non ha e non ha bisogno di un insegnante. Non si siede vicino a noi chiedendoci: “Allora, secondo te, cosa dovrei fare?“.

Il secchio di Dio: “Ecco, le nazioni sono come una goccia che cade da un secchio, come la polvere minuta delle bilance; ecco, le isole sono come pulviscolo che vola” (v. 15). Guardiamo la popolazione della Cina e la sua crescente importanza nel panorama mondiale. Temiamo la potenza militare della Russia. Osserviamo preoccupati la minaccia nucleare della Corea del Nord. Ma nessuno di esse è una superpotenza per Dio. Sono come gocce che cadono e si infrangono. Non dissimili dalla polvere. Evanescenti come un pulviscolo che vola.

La calcolatrice di Dio: “Tutte le nazioni sono come nulla davanti a lui; egli le valuta meno che nulla, una vanità” (v. 17). Anche se per andare avanti siamo spesso abitanti ad affidarci ai numeri del PIL (Prodotto Interno Lordo) nelle tabelle economiche mondiali, Isaia dice che Dio somma tutti questi miliardi e la sua calcolatrice restituisce il risultato “zero”.

Lo specchio di Dio: “A chi vorreste assomigliare Dio? Con quale immagine lo rappresentereste?” Il v. 18 ci dice che Dio guarda tutti gli dei e gli artefatti dell’uomo, poi guarda se stesso e dice: “Davvero? Questo è il meglio che hai?”. Non c’è competizione. Non c’è confronto.

La sede di Dio “Egli è assiso sulla volta della terra, da lì gli abitanti appaiono come cavallette; egli distende i cieli come una cortina e li spiega come una tenda per abitarvi” v. 22. L’orizzonte sembra estendersi dall’infinito all’infinito. Ma è solo un piccolo sgabello per Lui. Noi guardiamo i presidenti, i primi ministri, i re e i titani della tecnologia come mostruosamente potenti. Ma Dio li guarda tutti e dice: “sono solo cavallette“!

Il telescopio di Dio: “Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una” v. 26. Dio ha creato, contato, nominato e sostenuto tutte le stelle. Nell’ultimo conteggio degli scienziati sono state identificate decine di miliardi di galassie, ognuna contenente centinaia di miliardi di stelle. Ma questa è solo una stima. Dio ha il numero esatto e conosce tutti i loro nomi.

Isaia ha risposto alle nostre domande iniziali con delle immagini impressionanti sulla Sua sovranità. Il mondo trema davanti alla violenza del caos, ma queste parole ci riportano al conforto e coraggio. Il futuro nella mente di questo Dio sovrano sembra meno spaventoso. Quando i nostri mondi esterni e interni si sgretolano, dobbiamo guardare alle prospettive che la sovranità di Dio ci suggerisce.

 

L’impressionante gentilezza di Dio

Ma Isaia non ha ancora finito. Ha dipinto la grandezza della sovranità di Dio con immagini impressionanti. Tuttavia le introduce con un’inedita immagine di dolcezza: “Come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano” v. 11. È un Sovrano fantastico, ma soprattutto è il miglior Pastore che potessimo mai sperare! È terribilmente grande e terribilmente gentile. Infatti, Egli mette la Sua impressionante grandezza al servizio della Sua impressionante dolcezza. Il nostro Pastore è sovrano, e il nostro Sovrano è un pastore. Egli solleva e rimuove i capi, e solleva e conduce gli agnelli.

Questo è il Dio meraviglioso che la Bibbia ci porta a contemplare per riportare alla pace il nostro mondo interno ed esterno sconvolto.

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