La croce vittoria

by Daniele Rebecchi
04.03.2022

La premessa

La croce è sicuramente il simbolo di trionfo, allo stesso tempo ricorda morte e sofferenze indicibili. Certamente Gesù morì sulla croce e soffrì pene ingiuste. Tuttavia, la sua realtà e attestazione va di pari passo con quella della resurrezione e dell’esaltazione (che sono proprio i due eventi che suggellano il senso del trionfo). 

Oggi ascolteremo le parole di Pietro in Atti 2:22-36, ma prima di leggere permettetemi di accennare il contesto di dove ci troviamo.

Il libro degli Atti è stato scritto da Luca uno stretto collaboratore di Paolo il quale l’ha redatto come documento per la difesa legale dell’apostolo Paolo davanti ai tribunali romani dove era processato. Prima di Atti scrisse anche un altro libro, menzionato in Atti 1:1 ovvero il suo vangelo, e serviva per testimoniare dell’opera e della persona di Gesù Cristo. In pratica l’intento di Luca era spiegare che ciò che gli Apostoli (e in particolare Paolo) svolgevano nel mondo e nell’impero romano (Libro degli Atti) era grazie a quello che era successo per mezzo di quel Gesù descritto nel suo primo libro, il vangelo di Luca.

Nel primo capitolo di Atti troviamo gli Apostoli attendere la manifestazione dello Spirito Santo che, secondo le Parole di Gesù in Luca 24, li avrebbe potenziati per testimoniare più efficacemente di Lui nel mondo. Perciò stavano insieme e pregavano e nel cap.2 è scritto che ci fu una manifestazione dello Spirito così potente e magnifica che i presenti iniziarono a parlare nelle lingue delle nazioni circostanti. Tutto ciò fu così sconvolgente che la gente iniziò a pensare che fossero ubriachi. Ma Pietro si alzò e disse: 

22 Uomini d’Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, 23 quest’uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; 24 ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto. 25 Infatti Davide dice di lui:

“Io ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. 26 Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha giubilato e anche la mia carne riposerà nella speranza; 27 perché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, e non permetterai che il tuo Santo subisca la decomposizione. 28 Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita. Tu mi riempirai di gioia con la tua presenza”.

29 Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d’oggi tra di noi. 30 Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, 31 previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione. 32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni. 33 Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. 34 Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: «Il Signore ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra, 35 finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi”». 36 Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».

 

Vedete cosa sta dicendo Pietro? Si sta rivolgendo ai giudei che dubitavano della lucidità dei discepoli e dice: “cari miei, non siamo ubriachi, ma quello che è successo tra di noi è perché Gesù è risorto”. E poi fa un resoconto di ciò che è avvenuto ricordando che ogni singolo istante della vita di Cristo ha trovato il suo senso nella volontà e nell’onnipotenza di Dio Padre. Guardate il v.32 e 33: Proprio Colui che voi uccideste crocifiggendolo, Dio lo ha resuscitato! E avendolo esaltato alla Sua destra succede quello che ora vedete e sentite tra di noi, cioè che il suo Spirito si è manifestato. 

Questo conferma che tutto è stato compiuto! La sua resurrezione ed esaltazione alla destra di Dio significa che, nonostante la tremenda sofferenza della croce, ora vive in una posizione di onore senza paragoni.

Al v.34 Pietro ricorda le parole del Salmo 110 e le applica proprio a Gesù che ora è seduto. In passato le autorità e le guide spirituali di Israele dovevano darsi da fare per compiere l’espiazione del popolo. Dovevano impegnarsi a fare la purificazione per i peccati, intercedere per i peccatori…insomma un mare di attività che richiedevano tantissimo impegno con l’aggravante che erano attività senza alcuna efficacia a lungo termine. Ma ora che Gesù è seduto alla destra di Dio non c’è più nulla da fare. I peccati sono stati espiati e i nemici sono stati posti come sgabello dei suoi piedi!

Importante notare come ai v.23-24 Pietro non dimentica le atrocità subite da Gesù: quell’uomo lo avete INCHIODATO sulla croce. Lo UCCIDESTE! Quell’uomo è stato avvolto dagli angosciosi legami della morte per mano vostra! E’ quindi evidente che la croce appare sì come qualcosa di disumano e straziante, nondimeno è il simbolo della vittoria sopra ogni male. Come a voler dire: “la storia non finisce con la morte che ha il sopravvento, perché Gesù è ora seduto vittorioso alla destra di Dio! Questo era il piano promesso fin da Genesi 3:15, questo era il determinato consiglio e la prescienza di Dio che Pietro annuncia ai giudei. La crocifissione dell’eterno Figlio stava nella mente di Dio, così come la Sua risurrezione e esaltazione.

 

La definizione

Questa è dunque la premessa: la sofferenza della croce di Gesù fiorisce in trionfo. Ora vorrei scendere più nello specifico e considerare assieme a voi il significato e il valore di questa vittoria. Il v.36 ci aiuterà a inquadrare questi aspetti:

Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso.

Cosa vuole dire Pietro? Sta affermando che Dio ha fatto proprio del Gesù crocifisso quel Signore e Cristo che voi tanto cercavate! Dio ha posto Lui al di sopra di ogni autorità e potenza e lo ha fatto ponendolo nella veste del salvatore!

Ma come è possibile costituire Signore e Cristo qualcuno che è stato dato nelle loro mani affinché morisse? Che razza di Signore è salvatore è mai questo? Cosa ce ne facciamo di un Signore morto e un salvatore che non è stato in grado di salvarsi? Eppure il disegno di Dio prevedeva questo fin dall’inizio: sia i chiodi che la resurrezione! Sia il sangue che la gloria alla destra di Dio. Sia gli angosciosi legami della morte che la gioia che tutto è stato compiuto. Ecco perché sono fondamentali le parole di Pietro: non c’è vero vero Messia e Signore al di fuori di Lui. La resurrezione è la prova che è Lui quello ciò di cui il mondo ha bisogno. Molti giudei lo fraintesero! Pensavano fosse un impostore, invece era proprio l’Eterno Figlio di Dio promesso! La sua resurrezione significa che il vero salvatore è giunto è il problema del peccato è stato risolto! Importantissime le parole del v.24:

ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto.

Non era possibile per la morte trattenerLo. Né il peccato né la morte hanno avuto la capacità di farlo. La resurrezione e l’esaltazione dunque non sono solo aspetti storici importantissimi, sono le verità che tengono in piedi la nostra speranza! Infatti è quello che sta dicendo Pietro in questi versetti: il fatto che Lui sia tornato in vita, ha avuto delle ripercussioni enormi su tutti quei poteri che ci tenevano legati con corde di perdizione, uno fra tutti la morte! Lui, una volta per sempre crocifisso e ora risorto ed esaltato, significa che regna come sovrano incontrastato su tutto l’universo e svolge la sua funzione di Messia/Cristo, ovvero come salvatore e donatore di speranza e salvezza! Quanto sono importanti queste parole!!

Chiediamoci quindi quale valore ha tutto questo? Perché è così importante considerarlo? Risposta: perché fu anticipata centinaia di anni prima. L’AT ne parla diffusamente soprattutto in quelle profezie che preannunciano un futuro Re unto per governare il popolo di Dio! Non un re fragile, ma uno con cui tutto il mondo dovrà fare i conti, perché il Suo Regno non sarà fermato…neppure dalla morte! Pietro cita la profezia del re Davide nel Salmo 16:8-10:

Tu non abbandonerai l’anima Mia in potere della morte; non permetterai che il Tuo Santo subisca la decomposizione

Pietro spiega che secoli prima dell’avvento di Gesù, Davide aveva annunciato il piano di Dio. v.31 Egli previde chiaramente…

…la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione.

Gesù, che Pietro e il salmista chiamano il “Santo”, è Colui nel quale sarebbe stato compiuta un’opera eternamente voluta dal Padre! Perciò quando nell’AT leggiamo di parole che si guardano alla speranza di un Re eterno, siamo in presenza di un chiaro riferimento a Gesù! Questo è il fondamento della fede cristiana! Gesù è il Signore e il Cristo una volta per sempre offerto per la salvezza dei suoi per non morire mai più! 

 

Le conseguenze

Tutto questo ha delle conseguenze importantissime:

1. Il trionfo della croce ci consegna alla gioia che sazia. Quello che siamo abituati a vivere in questo mondo in realtà è un susseguirsi di sofferenza. Tutto di noi puzza e va disfacendosi. Non duriamo e non bastiamo a noi stessi. Ma la resurrezione di Gesù è lì per ricordarci in chi si trova la vera gioia! Il Salmo 16 (che Pietro cita ai  v.25-28) conclude con queste parole:

ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno

Gesù Tutte le gioie che questo mondo mi offre non sono nulla in confronto alle tue. La tua persona, ciò che hai fatto e ciò che hai avuto in mente di fare per il mio bene (sebbene non meritassi nulla) mi provocano gioie a sazietà! E la tua presenza così piena di grazia e vita mi procura un piacere immenso! 

Gesù stesso, parlando di sé nell’ultima cena confermò questo ai suoi discepoli:

Giovanni 16: 20 In verità, in verità vi dico che voi piangerete e farete cordoglio, e il mondo si rallegrerà. Sarete rattristati, ma la vostra tristezza sarà cambiata in gioia. 21 La donna, quando partorisce, prova dolore perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’angoscia, per la gioia che sia venuta al mondo una creatura umana. 22 Così anche voi siete ora nel dolore; ma io vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà, e nessuno vi toglierà la vostra gioia. 

v.17-19 Gesù capisce la perplessità dei discepoli che si chiedevano come mai parlasse del fatto che da lì a poco non lo avrebbero più visto. Perciò li consola e dice che certamente avrebbero fatto cordoglio e certamente il mondo avrebbe gioito per questo. Ciò nonostante nei piani di Gesù c’era la volontà di tramutare quelle emozioni: la vostra tristezza cambierà in gioia, perché la croce e la resurrezione sono il cuore di tutta la gioia cristiana! La redenzione di Cristo non è un’emozione fugace, ma qualcosa che rimarrà per sempre. Ora siete tristi . Confusi. Provati. Ma considerate la mia croce, la mia morte, ma ancora di più la mia resurrezione, il fatto che sono salito al Padre e il fatto che lo Spirito promesso vi è stato dato. Questa è la gioia che nessuno vi potrà togliere, perché io, v.22, vi vedrò di nuovo. Nessuno vi deruberà della gioia Nessuno ve la porterà via. v.23-24 in quel giorno non ci saranno più domande da porre. Avrete tutte le risposte (e infatti Pietro parla perché ha tutto chiaro nella sua mente). E lo spirito vi  procurerà tutta la verità, la luce, la chiarezza, la guida, l’istruzione, la certezza e la consolazione. Il trionfo della croce ci consegna alla vera gioia.

2. Il trionfo di Gesù dichiara la sua giustizia. Questa può apparire una conseguenza strana dato che Gesù è sempre stato giusto. Tuttavia Galati 3:13 ci dice che alla croce Gesù è stato dichiarato maledetto perché “appeso”:

Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»),

Il Giusto diventa ingiusto. L’innocente viene dichiarato pubblicamente colpevole! Gesù finisce la Sua vita da condannato! Per questo, quando Pietro spiega che il Padre lo ha resuscitato, sta ponendo enfasi sul fatto che questa è l’attestazione che sì è stato condannato al pari e al posto degli ingiusti, ma alla fine è stato dichiarato giusto! Dichiarato giusto per chi? Giusto per gli ingiusti! Dichiarato Giusto per coloro che dovevano essere condannati. Romani 4:25 lo dice chiaramente: Gesù fu dato a causa delle nostre offese, risuscitato per la nostra giustificazione (noi che eravamo peccatori). La prova della nostra giustizia sta quindi nel corpo di Gesù Risorto! Non in noi stessi o nelle nostre capacità / performance. Ma in Lui! Lui è il Giusto dato da Dio per giustificare gli ingiusti! Questo è il senso delle parole del v.23 e il capovolgimento di fronte del v.24:

voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; 24 ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto.

Voi lo uccideste, dice Pietro, MA Dio lo resuscitò perché non era possibile che egli fosse trattenuto nella tomba! Un ingiusto sarebbe rimasto dentro di essa, ma Gesù no. Perché è il Giusto, perciò la morte non lo può trattenere! 

3. Il trionfo di Gesù ci prepara a lavorare in vista dell’ultimo giorno. Gesù risorto ci spinge a vedere oltre la nostra morte, in attesa di quel giorno in cui Lui tornerà. Ci motiva perché Lui ha le chiavi della morte. Lui è il Signore e Messia, dice Pietro al v.36, e questo significa che solo Lui può far uscire dalla tomba chiunque ha fede in Lui, perché l’ultima parola è la sua! Il suo trionfo ci prepara al suo ritorno. Ci sprona ad aprirci al mondo a instaurare relazioni e a vivere appieno il suo mandato in mezzo alle persone. A Lui è dato il diritto di sedersi come il prode che ha compiuto la sua missione, a noi invece è dato il compito di lavorare e sudare nel campo dove ci ha messo.

4. Il ritorno di Gesù al Padre sigilla l’efficacia del Suo sacrificio. Al v.22 Pietro parla di Gesù come lett. “Colui che è stato esposto alla nostra vista”, cioè ci è stato mostrato. Il Figlio di Dio è stato messo davanti ai nostri occhi. Dal cielo è venuto e per un tempo ha abitato in mezzo a noi. Pieno di grazia e compassione. Al v.23 dice che è stato crocifisso e ucciso e al v.24,32 è scritto che Dio lo ha risuscitato. E al v.33,34 è ricordato che è salito in cielo e quindi esaltato. In estrema sintesi possiamo dire che, nel salire al Padre, Gesù completa il Suo percorso: una parabola. Dal cielo scende fino a noi esponendosi alla nostra vista, si rende umile fino a diventare Servo, muore in croce e infine resuscita. E’ una parabola e l’apice di questo percorso sottolinea l’aspetto relazionale con il Padre: Gesù torna in cielo, accolto a braccia aperte (con tutte le emozioni che solo un Padre può provare nel vedere ritornare il proprio Figlio). Ma pensiamo a come è ritornato: non più come Colui che aveva lasciato i cieli anni prima, ma come un Figlio d’uomo (il v.36 lo dice chiaramente: è proprio quel Gesù crocifisso (in carne e ossa) che Dio ha costituito Signore e Cristo)! Gesù è in cielo pienamente Dio e pienamente Uomo! Nel viaggio al cielo, non si spoglia della Sua umanità! Ed è bellissimo sapere che è ora alla destra del Padre proprio uno come noi! Il Prologo di Ebrei lo evidenzia chiaramente (1:3):

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi

Così quando il Padre lo riceve, è per dire “Caro Figlio il tuo sacrificio è compiuto! La tua opera a favore dei miei figli è compiuta! Bentornato a casa, siediti come un prode trionfante alla mia destra, splendore della mia gloria!”. 

Ma questa è per noi una meravigliosa notizia perché significa che ciò che ha compiuto in veste di uomo ha valore anche per noi se abbiamo fede in Lui. Il Suo ritorno sigilla l’efficacia Suo sacrificio e ci assicura che niente potrà impedirci di vivere una piena comunione col Padre! Perché se il Padre e il Figlio sono seduti insieme, allora anche per noi (in Cristo) non ci sarà più distanza con il Padre!  

E’ solo alla luce del trionfo della croce che possiamo pregare ‘caro Padre’, sicuri di essere ascoltati. Poiché Gesù Gli sta accanto risorto come uno di noi. Non Lo sta implorando dicendo: ‘abbia pietà di Daniele’, ma semplicemente resta lì al Suo fianco come un eroe che ha completato la sua missione da vero uomo e vero Dio assicurandoci che in Lui anche noi siamo seduti nei cieli!

Pietro si rivolge a una folla presa da dubbi. Che non capiva il senso di quello che stava accadendo. Faticavano a credere che quell’uomo crocifisso fosse davvero il Figlio di Dio promesso. Avevano riposto la speranza in un Messia sbagliato: qualcuno che avrebbe dovuto occuparsi della loro prosperità politica, economica sociale e militare. Qualcuno che avrebbe dominato liberandoli dal mondo (una sorta di vangelo della prosperità primordiale). Com’era possibile credere al v.36 che dice che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù crocifisso? Com’era possibile credere che quell’uomo così umile e pure ucciso come una malfattore fosse Colui promesso dalla legge e dai profeti? 

E lo stesso problema potrebbe essere anche il nostro. Forse pensiamo di conoscere il Signore e pensiamo che Lui debba agire in un certo modo nella nostra vita. Che debba occuparsi e risolvere certe questioni nei modi che noi vogliamo. O forse sei preso / presa da così tante cose che in questo momento la tua mente non riesce a cogliere appieno la speranza del trionfo della croce. Situazioni che ti impegnano a tal punto da farti sentire col fiato corto. Situazioni poco chiare o peggio ancora avvilenti. Abbiamo bisogno di tornare alle Parole che Pietro ricorda al v.23: Gesù è stato crocifisso secondo il consiglio e la prescienza di Dio per poi, v.24, farlo risorgere. Tutto questo perché, come scritto al v.25-26, non siamo smossi, il nostro cuore possa tornare a rallegrarsi, la nostra bocca possa giubilare e possiamo riposare nella speranza della sua opera. v.27 Lui è venuto perché nessuno di noi sia lasciato in preda di altri poteri, ma perché v.28 possiamo trovare in Lui la via della vera vita.

La croce è il simbolo della vittoria. E Pietro dice appropriatevi con tutto il vostro cuore di questa speranza! E se ti stai chiedendo che cosa fare leggi assieme a me il v.38: Ravvediti e sii battezzato nel nome di Gesù Cristo, immergiti in Lui per il perdono dei tuoi peccati, e riceverai il dono dello Spirito Santo. Perché per te è la promessa!  

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