Romani 8 – L’incomparabile opera dello Spirito Santo

epistola ai romani
by Daniele Rebecchi
01.02.2023

Fino qui l’insegnamento di Paolo ha riguardato la giustificazione per sola fede: essa è il dono salvifico di Dio per l’uomo che è completamente sopraffatto dal peccato ed incapace di provvedere per sé stesso una via d’uscita. Non è un caso che uno degli amici di Giobbe osservò giustamente che le persone nascono per soffrire, come la favilla per volare in alto (Giobbe 5:7). Se questa è la condizione di tutti, viene veramente da chiedersi “quale speranza per questo cancro mortale”? Ma in questo capitolo Paolo si preoccupa non solo di rispondere a questo dilemma, ma anche di aprirci a una nuova prospettiva in cui Dio, attraverso il proprio Figlio, nello Spirito Santo, lavora efficacemente sia per salvarci sia per confermarci in questa speranza.

 

Lo Spirito ci libera dalla morte e dal peccato rendendoci capaci di adempiere la legge di Dio (v.1-4)

1 Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, 2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3 Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto; mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, 4 affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.

Pensando alla domanda iniziale “quale speranza?” al v.1a Paolo risponde nessuna condanna. Questa è la realtà straordinaria della giustificazione: non è solo un atto giuridico, ma anche il dono di Dio che ci toglie dal peso della condanna. Vedete cosa dice il v.3? Nessun altro, se non Dio, lo ha fatto…in che modo? risposta: mandando il proprio Figlio! Questo è il vangelo, la buona notizia che Dio ha preso sul serio la nostra situazione disperata.

E Paolo prosegue e, oltre alla realtà, al v.2 spiega anche la ragione: perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. In altre parole, non c’è più nessuna condanna perché le condizioni per ottenere salvezza che provengono dallo Spirito; ed esse si rivelano superiori e migliori: invece di condannare, liberano e danno vita! Capite il valore di queste parole? Siamo dunque stati liberati dalla condanna (v.1) e abbiamo ottenuto liberazione dai nostri peccati per una legge spirituale che travalica il nostro peccato annientandone gli effetti mortali (v.2)!

Attraverso quale mezzo? Paolo lo dice al v.3: attraverso la sostituzione. Ciò che era impossibile per noi fare attraverso la legge, Dio lo ha fatto sacrificando il proprio Eterno Figlio al posto nostro. Sapeva che noi non avevamo né i mezzi né le forze ecco perché era necessario che qualcuno infinitamente più potente e perfetto (e del tutto simile a noi), compisse la nostra salvezza!

Gesù, parlando di sé stesso, disse: 

Io sono il pane vivente […]; se uno mangia di questo pane (cioè se uno si appropria di me, della mia vita e della mia opera salvifica) vivrà in eterno 

(Giovanni 6:51). 

 

Gesù ha sopportato la furia dell’ira di Dio contro ogni empietà e, così facendo, ha frantumato la potenza del peccato per tutti coloro che credono in Lui, immolandosi al loro posto come offerta a motivo del peccato. In altre parole, senza il Suo sacrificio sostitutivo non ci sarebbe alcuna speranza! Occorre quindi credere! Afferrare la profondità della Sua opera! Entrare in Lui, aprire il nostro cuore a questo amore! Forse ti stai chiedendo: Può Dio davvero amarmi? Può davvero avere misericordia nonostante i miei tanti peccati? Può davvero farmi grazia nonostante la mia vita in subbuglio? La risposta è si! Gesù è il pane della vita, il dono di Dio, perché tu ottenga la vita eterna. Credi in Lui, afferra la Sua opera!

E se questo non fosse di per sé abbastanza, al v.4 Paolo mette in luce anche il risultato di questa libertà: la santificazione. Se siamo in Cristo, siamo anche partecipi della sua ubbidienza morale e spirituale. Quanto è meraviglioso questo mistero! Poiché Cristo ci è stato dato, poiché Lui ha sofferto al posto nostro e ha ubbidito fino alla fine, ciò che Lui ha fatto è stato trasferito a noi! Il risultato è quindi una vita rinnovata, una vita santificata. Ovvero, il comandamento della legge si adempie in noi! L’ubbidienza Sua si compie in noi.

Questa dunque è ciò che dice Paolo in questi primi 4 versetti: la realtà è che non c’è più nessuna condanna perché la legge dello Spirito di Cristo è superiore a dà vita. Tutto questo è stato ottenuto per mezzo della sostituzione sulla croce. E il risultato finale è che si compie in noi la santificazione. Dall’inizio alla fine è un’opera di Dio! 

Quali emozioni provi quando leggi tutto questo? Quali pensieri emergono quando vedi cosa è stato fatto per te che eri senza forza e senza alcuna spinta nel provvederti la salvezza? Forse ti sei sempre chiesto come è possibile vedere un cambiamento reale nella tua vita…Paolo ti dice che il Signore ha provveduto a tutto! Ha tolto da te la condanna dei tuoi peccati, perché la legge dello Spirito Suo è superiore a qualsiasi buona volontà umana. Il perfetto e ubbidiente Eterno Figlio è stato lo strumento che ha provveduto tutto questo affinché il cuore della legge morale e spirituale di Dio fosse adempiuto in te! 

Questo è il primo punto; ci sarebbe già tanto per cui esserGli grati, ma continuiamo e vediamo come ai v.5-13 lo stesso Spirito trasforma la nostra natura dandoci la forza per vincere sulla nostra carne v.5-13.

 

Lo Spirito trasforma la nostra natura e ci dà la potenza per ottenere vittoria (v.5-13)

5 Infatti quelli che sono secondo la carne pensano alle cose della carne; invece quelli che sono secondo lo Spirito pensano alle cose dello Spirito. 6 Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò che brama lo Spirito è vita e pace; 7 infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; 8 e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. 9 Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui. 10 Ma se Cristo è in voi, nonostante il corpo sia morto a causa del peccato, lo Spirito dà vita a causa della giustificazione. 11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. 12 Così dunque, fratelli, non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne; 13 perché se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete; 

 

Cosa significa “carne”. E’ l’insieme dei pensieri, delle attitudini, della abitudini, del carattere, dei comportamenti che caratterizzavano la vita prima di conoscere il Signore. Qui Paolo sta dicendo che, se siamo stati giustificati, non siamo più soggetti al potere di quelle dinamiche della vecchia vita, ma dello Spirito (che è un potere ben più superiore e invasivo)! Se Cristo è davvero in noi ed è all’opera, v.10, nonostante il corpo sia soggetto alla morte a causa del peccato, lo Spirito Santo è vivo a causa di quella giustizia che Dio imputa attraverso Cristo. 

E’ una vera e propria trasformazione perché, come sottolinea il v.5, quelli che sono secondo la carne pensano alle cose della carne, bramano cose che purtroppo conducono alla morte; ma quelli che sono secondo lo Spirito, hanno la mente e il cuore proiettati verso tutto ciò che è vita e pace. 

E’ importante che cogliamo questo: v.11 Se lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù abita veramente in voi, allora potete stare certi che vivificherà anche i vostri corpi mortali, cioè la vita verrà proiettata verso una prospettiva di nuova. In altre parole sarete rinnovati. Anche se i vostri corpi mortali mostreranno ancora la presenza del peccato, tuttavia lo spirito di Dio non mancherà di agire nella vostra vita! In pratica, v.12-13, lo Spirito vi darà la forza per vincere la vostra natura carnale!

Questi versetti ci portano verso un’applicazione molto semplice: esaminare noi stessi. Riflettere sulla nostra vita. Esaminare lo stato di salute della nostra relazione con il Signore. Se siamo davvero suoi, allora la nostra vita vissuta mediante lo Spirito di Cristo manifesterà certi frutti che comprendono l’uccisione dei desideri peccaminosi, delle motivazioni empie, degli affetti sbagliati, delle priorità dei vita sbilanciate, di certe parole e azioni riprovevoli. Vivere secondo lo Spirito significa vivere secondo un’opera di trasformazione che ci sottrae dall’influenza di noi stessi per vivere alla gloria di Dio. Puoi dire in tutta sincerità che questa trasformazione sta avvenendo nella tua vita? Quali evidenze sono presenti di questo cambiamento? In quali aree della tua vita vedi la trasformazione di cui abbiamo parlato? Se non sei proprio certo/a che questo stia avvenendo, permettimi di ricordarti in che modo la Bibbia ci insegna a uccidere il peccato nella nostra vita:

  1. Riconoscere che siamo peccatori. Se non ammettiamo il nostro peccato, ci illudiamo e diventiamo più vulnerabili alla sua influenza. Nel Salmo 139:23-24 Davide chiedeva al Signore di conoscere bene le proprie vie: Vedi se c’è in me qualche via iniqua e guidami verso la via eterna. Questa è la preghiera di chi prende sul serio il problema del peccato nella sua vita.
  1. Meditare la Parola. Interiorizzala. Seminala nel tuo cuore. Nutri la tua mente della Scrittura. Nel Salmo 119:11 Davide scrive: Ho conservato la tua Parola nel mio cuore per non peccare contro di te. Questo è l’effetto benefico della Parola interiorizzata. Conservare la Parola per non peccare.
  1. Pregare. La preghiera aiuta a metterci a nudo davanti al Signore e gli inganni del nostro peccato cominciano ad affiorare.
  1. Praticare l’ubbidienza a Dio ovvero fare la sua volontà costi quel che costi. E la pratica, piano piano diventerà un’abitudine importante.

 

Questi sono solo alcuni suggerimenti che la Bibbia ci da affinché un giorno potremo voltarci e vedere come il Signore ci ha cambiati. Ma tutto questo è vano se non è presente lo Spirito.

Lo Spirito dunque ci libera dalla morte e dal peccato rendendoci capaci di adempiere la legge di Dio (v.1-4); trasforma la nostra natura dandoci la forza per vincere sulla nostra carne e (v.5-13); conferma la nostra adozione (v.14-16).

 

v.14-16 Lo Spirito conferma la nostra adozione 

14 infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio. 15 E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» 16 Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. 

Cosa sta dicendo Paolo? v.14 chi sperimenta la guida del Signore nella propria vita (nel modo in cui ne abbiamo parlato prima), può essere certo di essere un figlio di Dio. Cioè può essere certo che appartiene a Lui nella cornice di questa relazione speciale! Lo Spirito è lì per confermare questo amore e per togliere di mezzo qualunque paura di ricadere nelle dinamiche di sconfitta della vecchia vita. Vedete il v.15? Non è uno spirito di servitù, ma uno spirito che fa gridare: Padre appartengo a TE!

A proposito dell’esaminare noi stessi e il nostro stato di salute spirituale, sei sicuro/a che il rapporto con Dio è profondo quanto un rapporto padre-figlio?

Perché al v.15 Paolo lo chiama Spirito di adozione? Cosa significa? Significa che per mezzo della Sua opera, non soltanto veniamo adottati ma riceviamo anche la conferma che saremo suoi per sempre! Puoi immaginartelo? Dio non è solo l’Eterno Padre dell’Eterno Figlio, ma anche il tuo Eterno Padre che ti ha amato fin dall’eternità passata! Che effetto ti fa sapere che sei una/un figlia/o di Dio? Come ti incoraggia ad andare avanti? Come ti incoraggia a prendere posizione nei confronti delle sfide che hai davanti? Il coraggio non proviene da noi stessi, ma da ciò che lo Spirito Santo fa: libera, trasforma, porta vita, conferma che siamo figli. A volte ci lamentiamo che non vediamo cambiamenti nella nostra vita. Vediamo le cose procedere allo stesso modo…Ma chiediti se davvero sei suo/sua! Chiediti se davvero appartieni a Lui! Questa è una domanda importante perché se è davvero è presente allora le cose di cui abbiamo parlato dovranno emergere in noi, da noi e attraverso di noi. E’ una seria riflessione sul nostro presente, ma anche su ciò che ci attende, v.17-27, quarto punto! 

 

v.17-27 Lo Spirito garantisce la nostra gloria futura 

17 Se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui. 18 Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro riguardo. 19 Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; 20 perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, 21 nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. 22 Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; 23 non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. 24 Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede non è speranza; difatti, quello che uno vede perché lo spererebbe ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, lo aspettiamo con pazienza. 26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.

 

Questo brano deborda di consolazione! Quasi ci sentiamo sopraffatti da così tante benedizioni. Ma è proprio dove ci vuole portare Paolo. Infatti se siamo stati liberati dalla condanna, liberati dal peccato, trasformati in novità di vita e adottati e ovvio dire che siamo anche destinati a un’eternità meravigliosa! E’ ciò che ci dicono i v.17-18. Siamo figli, eredi, coeredi di Cristo (cioè partecipiamo a tutto ciò che appartiene a Lui) e se pure ci ritroveremo a soffrire grandemente, un giorno saremo glorificati con Lui. 

Tutto questo, dice Paolo, ci offre l’opportunità di vedere la sofferenza come qualcosa di vero, presente e spesso forte. Ma è limitata a questa vita e certamente non è paragonabile alla gloria che dev’essere manifestata! Difficile immaginare cosa significano appieno queste parole. Non ci riesco neppure io. E’ difficile sia perché come dice il v.22 il mondo geme ed è in travaglio e quindi ci porta lontano dalla visione di questa gloria, sia perché, come dice il v.26, siamo troppo deboli per comprenderla.

La sofferenza è un prezzo che ogni credente deve pagare…forse penserai che nella tua vita hai già pagato abbastanza. Può essere, ma queste parole ci vogliono portare a considerare il fatto che dobbiamo apprezzare molto di più Colui che ha veramente sofferto pene infinitamente peggiori e ingiuste delle nostre: il nostro Signore Gesù Cristo. Quale grazia sapere che le nostre sofferenze e ogni sorta di travaglio avranno un epilogo felice: la gloria! Ecco perché Paolo in 2 Corinzi 4:17 dice che per quanto severe siano le nostre angosce, esse producono un sempre più grande peso eterno di gloria! Maggiore è il peso dell’angoscia e maggiore sarà il peso che avrà il pensiero della gloria eterna!

E questo pensiero dovrebbe cambiare il nostro rapporto con il mondo circostante. E’ una chiamata alla disillusione. Guardate infatti il v.20: la creazione non è un luogo ideale dove vivere o essere felici, infatti dice che Dio l’ha sottoposta alla vanità. Vanità traduce l’idea di incapacità di raggiungere l’obiettivo; quindi la creazione non può raggiungere la meta per cui è stata creata! E’ maledetta, destinata a decomporsi, malata, mortale, inquinata. Il mondo è sì un posto meraviglioso tuttavia, dice Paolo, aspetta di essere liberata assieme all’uomo (v.21). 

Quindi si tutti dobbiamo soffrire…ma cosa ci attende, v.23-24? Risposta: il perfezionamento della nostra adozione e la redenzione del nostro corpo. In altre parole la totale e definitiva liberazione dal peccato! Questo è ciò che ci attende! E’ una speranza che lavora dentro di noi. Vedete il v.25? Siamo salvati in speranza, cioè salvati in vista di qualcosa che ora non vediamo chiaramente, ma che un giorno si rivelerà in tutta la sua magnificenza!

Quando abbiamo conosciuto la Vale, era il 2016, ci vollero 3 anni prima che si ufficializzasse l’adozione. Certamente non abbiamo aspettato l’approvazione del tribunale per vivere la nostra genitorialità. Fin dal primo giorno siamo stati il suo papà e la sua mamma di cuore. Ma sapevamo che ci sarebbe voluto del tempo prima che il tribunale ufficializzasse quel rapporto. La nostra genitorialità e la sua figliolanza erano per così dire in speranza. Allo stesso modo già ora possiamo dire di essere di essere salvati e per di più figli di Dio. Ma ci sarà un giorno in cui tutto questo non sarà solo speranza ma realtà concreta e definitiva.

Il mondo ci offre tante occasioni di cedimento e caduta, ci fa gemere e soffrire profondamente. Ma i benefici della giustificazione non svaniranno mai. Né per quanto riguarda le cose grandi (come il rapporto con il Signore), né per quelle apparentemente più semplici come la preghiera.

Questo è il senso del v.26: lo Spirito di Dio viene in aiuto alla nostra debolezza perché, dice Paolo, non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede per noi davanti al Padre con sospiri ineffabili. Strano pensare che pure Paolo non sapeva pregare. Lo ammette: non sappiamo, plurale, pregare! Eppure, nonostante ciò, lo Spirito di Dio intercede portando in pesi di noi tutti a Lui. E’ un aiuto diretto perché non ci da solamente le sicurezze di cui abbiamo parlato prima, ma E’ EGLI STESSO la nostra sicurezza! Lo fa in un modo incomprensibile, con sospiri ineffabili. Tuttavia il loro contenuto è così importante e profondo che sono in grado di adeguare le nostre richieste agli standard e alla volontà del Padre. 

Se pure le nostre preghiere più sincere hanno bisogno del suo sostegno, questa è la riprova che la nostra giustizia e santità non dipendono da noi, ma dal Figlio e lo Spirito Santo che sono per noi l’avvocato, l’intercessore e il sacerdote davanti al Padre! Dove saremmo se non li avessimo? Che ne sarebbe stato di noi se non avesse provveduto questo meraviglioso Figlio e Spirito come nostra sicurezza eterna? Il punto quindi è chiaro: se non fosse per la loro protezione costante la nostra eredità nel cielo sarebbe persa! Lo Spirito garantisce la nostra gloria futura.

 

v.28-30 Lo Spirito garantisce la nostra sicurezza finale e la nostra salvezza

Ecco perché, assieme a Paolo, possiamo esclamare:

v.28 tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. 29 Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.

C’è un’infallibile garanzia di gloria. Vedete il v.30? Questa è la sicurezza più solida della nostra speranza. Tutte le cose, comprese le sfide e le sofferenze che ci sono state o ci saranno, hanno il preciso obiettivo di portarci verso la gloria! Quelli che amano Dio, ovvero, quelli che sono stati chiamati secondo il suo disegno scorgono negli accadimenti della vita l’epilogo che ci sarà.

Questa è la nostra sicurezza. Infatti, v.29, per grazia siamo stati preconosciuti fin dall’eternità e soprattutto predestinati ad essere rivestiti della stessa dignità del Figlio suo, chiamati a salvezza, dichiarati giusti e infine glorificati! Wow! 

In Filippesi 3:21 Paolo dice che in quel giorno il Signore trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria. Cioè un giorno i nostri corpi corruttibili saranno permeati di gloria e santità. Ma ci pensate?! Dentro dentro e fuori come Lui! Certamente non déi. Certamente distinti da Lui. Ma ugualmente rivestiti della sua gloria e santità! Questo è ciò che ci attende! Penso che ci sia tantissimo per cui dirGli grazie, perché ha rivolto verso di noi dei pensieri meravigliosamente dolci!

Perciò la domanda al v31 deve essere anche la nostra domanda finale: Che diremo dunque riguardo a queste cose? Quale risposta si attende il Signore da noi? Dopo tutta questa grazia debordante, cosa ci rimane da fare? Risposta: tributarGli la lode che Gli spetta!

 

v.31-39 Lo Spirito motiva la nostra lode 

Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? 32 Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34 Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36 Com’è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». 37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

 

Se Dio avendo tolto di mezzo la condanna e la paura della morte, se non si è tirato indietro dal darci il proprio Figlio per la nostra salvezza, possiamo temere ancora di  qualche cosa? Temeremo forse il giudizio o le accuse? Certamente sappiamo quanto sono gravi i nostri peccati, tuttavia, dice Paolo, al v.33 Dio è Colui che giustifica! 

La resurrezione di Cristo attesta non soltanto la Sua giustizia ma anche il trasferimento a noi! Perciò chi sarà in grado di separarci dall’amore di Cristo? Il v.35 è la domanda retorica più forte dell’intera Bibbia! Niente e nessuno! Neppure la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada o qualsiasi altra prova potrà scalfire il suo amore per coloro che sono stati eletti nel suo amore grazioso!

Questo è il canto di lode e vittoria che dobbiamo fare nostro! Un giorno eravamo persi nei nostri falli e peccati! Ma come dice il v.37 in Cristo siamo più che vincitori. Siamo dei graziati proiettati verso una gloria eterna che non si può paragonare a nulla (in virtù di colui che ci ha amati)! Perciò ringraziamo il Signore perché nulla e nessuno, neppure le potenze spirituali o le cose di questa terra ci potranno togliere la speranza del suo amore che ha rivolto inspiegabilmente a gente come noi!

Questo canto di vittoria può essere pure il tuo canto di vittoria! Il canto della vita rinnovata che forse stai aspettando da tanto tempo! Lo diciamo da sempre: l’opera di Dio non è lì per finire in nulla ma fiorisce nella certezza che lo Spirito di Dio ci ha resi liberi dalla morte e dal peccato. Siamo proiettati verso una vita rinnovata. Siamo stati adottati e in vista di una gloria futura di proporzioni inaudite a affinché la nostra sicurezza e la nostra salvezza siano rese salde in Lui! Questa è il valore dell’opera dello Spirito! Questo è il canto di vittoria di tutti coloro che, malgrado le loro cadute, sentono battere nel proprio cuore la speranza del vangelo di Dio che ha tolto ogni condanna da loro!

leggi ancora

Potrebbe interessarti anche…